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È questa la morte dei moderati?


Eccolo! Quello che ha votato la neonata democrazia, quello che stava col bianco fior, quello che c'era ai funerali di Berlinguer con la bandiera rossa in mano, quello che è maturato nel segno di tangentopoli, il “millenial” nato con la seconda Repubblica e poi noi: i giovani d'oggi.  Ecco il grande elettorato italiano, quello che sta vedendo davanti a sé un cambiamento molto importante. 
Alcuni ritengono che siamo entrati nella terza Repubblica,ma io penso che ciò che sta accadendo sul piano politico non sia solo una questione italiana ma un cambiamento europeo ed internazionale. 
Oggi si sente parlare di ascesa del populismo che molto spesso si traduce in consensi elettorali sempre maggiori, in tutta Europa e in parte del nostro pianeta, a favore di forze sovraniste e nazionaliste a discapito di forze centriste e moderate (che mi sono permesso di nominare e categorizzare in maniera generale, sperando di evitare fraintendimenti, come “moderati”) . 

-Ma come si è arrivati fino a qui e cosa significa tutto ciò?
Andiamo con ordine e proviamo ad osservare ciò che è cambiato.
La politica degli ultimi lustri ha portato al governo dei paesi, perlopiù Europei, partiti politici e movimenti, sì indirizzati verso alcune ideologie, ma dallo stampo centrista o moderato. 
Negli ultimi tempi alcuni movimenti di collocazioni più estreme hanno trasformato le loro politiche o i loro ideali verso posizioni più moderate, che garantivano quindi un miglior consenso elettorale e venivano considerate dall'elettorato il risultato di una politica più moderna ed un cambio di passo rispetto alla vecchia politica, troppo legata ad un passato del dopoguerra.
In Italia, per esempio, a partire dalla nascita della Seconda Repubblica, le maggiori forze politiche e coalizioni che hanno governato l'Italia alternandosi, avevano una collocazione di centro-destra (come il Popolo della Libertà/Forza Italia) o di centro-sinistra (Democratici di Sinistra/Ulivo/ Partito Democratico), in parte mantenendo la scia centrista che per anni aveva governato il paese (Rif. a Democrazia Cristiana) ma evolvendola ed adattandola al nuovo millennio e soprattutto tentando di cancellare le indelebili macchie di cui si era sporcata, in particolar modo durante gli ultimi anni della sua esistenza. Ciò però portò alla quasi estinzione o meglio: alla confluenza in aree moderate di partiti di collocazioni più estreme (ad esempio il Partito Comunista Italiano).

Anche in buona parte d’Europa, come in Italia, abbiamo visto nelle legislature del nuovo millennio, l'alternarsi di governi a stampo moderato: in Francia tra Socialisti (csx) e Repubblicani (cdx), nel Regno Unito tra Laburisti (csx) e Conservatori (cdx), in Germania tra Cristiano Democratici (cdx) e Socialisti (csx) (che oggi sostengono un governo comune) ed altre situazioni simili sono riscontrabili in buona parte d’Europa. 
Le ultime tornate elettorali hanno però fatto trasparire una situazione anomala rispetto a questo equilibrio moderato che dura da un po’ di tempo. 
Sebbene le forze centriste “assolute” (sul modello della Democrazia Cristiana) oggi sono quasi del tutto estinte, e partiti su questo modello non andrebbero oltre l’1%, persino partiti “moderati” (di cdx e csx) non riescono più ad avere maggioranze stabili per formare governi nazionali o addirittura non riescono più ad entrare nella maggioranza di un parlamento.
 



-Perché?

Perché le persone si sono stancate delle politiche di queste aree moderate e hanno trovato “qualcosa di meglio”. 
Ciò che traspare dalle reazioni dell’opinione pubblica è che questi movimenti moderati sono passati da novità a “élite che elimina le politiche pro-popolo” che invece, per molti casi dovrebbero rappresentare. 
Per essere più chiari utilizziamo l’esempio italiano: il maggiore partito di centrosinistra, il PD, ha perso diversi consensi anche a causa di non aver portato nel suo governo politiche tradizionalmente legate alla sinistra ed alla causa operaia, mentre Forza Italia, il maggiore partito di centro-destra (prima dell’ultima legislatura, oggi il maggior partito liberale secondo i sondaggi) ha visto sparire alcuni suoi elettori, talvolta legati alla classe imprenditoriale, che hanno preferito politiche più sovraniste come quelle della Lega.

-Allora dove vanno a finire i voti dei moderati?
Partiti che professano ideali di nazionalismo, sovranismo ed identitarismo stanno ottenendo ottimi risultati ricevendo voti sia dai lavoratori sia dai delusi del centrodestra cristiano sociale. 
Questi partiti, dimostrandosi pro-popolo e quindi populisti (populismo in breve significa “appellarsi alla popolazione”) adottano per le loro campagne politiche quello che è il malessere di parti sociali talora con una politica “di pancia” (che va a parare sulle questioni più sentite dalla “pancia del paese”, cioè dalle classi definibili come medio-basse)  che talvolta addirittura possono essere tradizionalmente legate ad una politica più cara alla sinistra, nonostante il populismo che sta aumentando i consensi sia spesso e volentieri rivolto a destra. 
Inoltre ciò che è venuto meno in questi ultimi anni sono “gli ideali”. Una parte dell’elettorato è delusa ma mantiene i suoi ideali di fondo modificando il suo voto verso l'area politica più vicina, una parte, sempre più numerosa, adotta un certo “pragmatismo elettorale” trascendendo dai propri ideali e questo sicuramente fa riflettere su quanto la politica sia cambiata.
Alcuni esempi di questo cambiamento possono essere per l'Italia la Lega (34% alle Europee) (e in parte il Movimento 5 Stelle il cui populismo non è basato sul sovranismo ma sul trasversalismo, infatti la maggior parte dei sostenitori sono i delusi di centro-destra e centrosinistra), in Germania con Alternative Fur Deutschland (11% alle Europee) , in Francia con Le Rassemblement National (23% alle Europee) , nel Regno Unito con il Brexit Party (30% alle Europee) e così via...numeri senza dubbio importanti.

C'è però da sottolineare che questa caduta dei movimenti moderati non sia solo andata a favore dei sovranisti, ma, in minor parte, a favore di movimenti da sempre emergenti e che io ho ritenuto divisibili in tre gruppi coniandone i nomi:
  • “I Verdi”: collocazione che ultimamente ha ottenuto molto successo anche grazie all’attenzione posta sui cambiamenti climatici negli ultimi tempi. In Italia non è riuscita ad esprimersi al meglio, come, anche in questo caso, per altri paesi del sud e dell’est Europa, raggiungendo comunque alle elezioni Europee un risultato insperato, il 2,3% di  Europa Verde (Verdi+Possibile) alle Europee, molto di più rispetto allo 0,58% delle Politiche 2018 di Insieme (Verdi+PSI+AC), in Germania invece De Grüne ha superato incredibilmente il 20,5% alle Europee, mentre in Francia alle Europee Europe Écologie ha superato il 13%. 

  • “La sinistra più a sinistra del centrosinistra ma non troppo” (perdonate il gioco di parole ma così è molto più comprensibile). In Italia è ancora molto debole (liste unite simili a Liberi e Uguali o La Sinistra oggi, secondo i sondaggi, difficilmente supererebbero il 3%, come per altri paesi del sud e dell’est Europa  mentre in altri stati stanno crescendo molto, nonostante un calo di elettori affluito all'area verde. Ad esempio in Germania troviamo Die Linke (5,5% Europee 2019, 8,6% Federali 2017), in Francia con La France insoumise (6,3% Europee 2019, 11% Legislative 2017).

  • Il “nuovo liberalismo”: area liberare, sicuramente moderata e centrista ma differente rispetto ai “moderati” di cui si parla in precedenza, infatti i giovani sono spesso i maggiori elettori di queste forze molto legate all’europeismo. Questi partiti stanno ottenendo buoni risultati, in Italia ad esempio troviamo +Europa (3% Europee), in Spagna Ciudadanos (12% Europee), in Germania con il Freie Demokratische Partei (5% Europee). Questa sezione però è molto vasta e complicata e sarebbe da approfondire ulteriormente, quindi la cosa importante da osservare in questo momento è che il gruppo dell’Europarlamento di riferimento per queste forze è diventato il terzo gruppo più numeroso, solo dopo i Popolari e i Socialisti che hanno però perso molti seggi rispetto alle recenti tornate.

A “grandissime” linee ho provato a dare qualche informazione relativa a questa “caduta delle forze moderate”. Chiaramente ogni paese è da considerarsi separatamente, ma è innegabile che qualcosa stia cambiando.
E ora? Quale futuro ci aspetterà?
Forse un futuro di sovranismo ed identitarismo, o magari un futuro europeista, verde e liberale oppure il centrodestra ed il centrosinistra torneranno quelli di un tempo….
Sta al grande elettorato italiano ed europeo deciderlo e noi possiamo dire la nostra. 

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